Al pharma piace sempre di più l’AI. Soprattutto in Europa

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Il settore farmaceutico sembra avere ormai definitivamente abbracciato l’uso dell’Intelligenza Artificiale nei suoi processi industriali. Oltre la metà delle aziende (55%) impiega l’AI per progettare prodotti e servizi, in particolare i farmaci. Una percentuale analoga (54%) la sta implementando, o l’ha già implementata, nelle operazioni specifiche del settore e nelle aree della cybersicurezza, del marketing e dei sistemi.

Sono questi i principali temi che emergono dall’analisi settoriale del rapporto Ascendant di Minsait (Indra Group) che, con il titolo “AI: radiografia di una rivoluzione in corso” ha analizzato il grado di adozione di questa tecnologia nelle aziende private e nelle istituzioni pubbliche. Il rapporto ha fotografato lo stato dell’arte in 15 settori industriali e in oltre 900 aziende internazionali.

Per quanto riguarda il settore farmaceutico, le organizzazioni hanno indicato nell’eccellenza operativa l’obiettivo principale da conseguire con l’uso dell’AI: sette su dieci puntano a ottenere una maggiore efficienza nelle operazioni come leva fondamentale per migliorare la competitività.

Altre motivazioni importanti sono il miglioramento del processo decisionale (34%), nonché quello dell’esperienza dei clienti e dei cittadini con cui le aziende interagiscono (31%).

Per quanto riguarda le barriere o i fattori che rallentano il percorso verso l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale, il rapporto evidenzia la carenza di competenze e di professionisti specializzati (36%), la mancanza di visione strategica da parte del senior management (35%) e l’assenza di un quadro normativo geograficamente omogeneo che regoli le fasi di sviluppo e di implementazione (31%).

Le prospettive in Europa
L’emergere dall’AI ha generato enormi aspettative tra le aziende farmaceutiche presenti in Europa, anche in virtù della leadership del settore nell’economia continentale. Le pharma nella Ue generano 300 miliardi di euro, contribuiscono per 175 miliardi di euro alla bilancia commerciale e investono 41,5 miliardi di euro nell’area dell’innovazione. Per quanto riguarda l’Italia – secondo gli ultimi dati di Farmindustria – i dati parlano di esportazioni cresciute del 150% negli ultimi dieci anni, raggiungendo i 49 miliardi di euro nel 2023 e consolidando il Paese come punto di riferimento nella ricerca clinica.

“L’intelligenza artificiale offre alle aziende di tutte le dimensioni l’opportunità di aumentare la propria competitività e di integrare soluzioni che non solo trasformano prodotti e servizi, ma ottimizzano anche i processi e migliorano il processo decisionale strategico,”, afferma Arancha Pérez-Navarro, direttrice di Consumo, Retail e Farma in Minsait. “Nei prossimi tre anni il settore intende investire 8 miliardi di euro per potenziare la ricerca e migliorare i processi produttivi, la digitalizzazione e la sostenibilità, oltre a promuovere attività globali con contenuti tecnologici e strategici con cui affrontare le appassionanti sfide dell’intelligenza artificiale”.

 

 

 

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